Novella Seconda
[Voice: pampinea]
[001]
Cisti
fornaio con una sola parola fa raveder messer
Geri Spina
d'una sua trascutata domanda.
[002]
Molto fu da ciascuna delle donne e degli uomini il parlar di
madonna Oretta
lodato, il qual comandò la
reina
a
Pampinea
che seguitasse; per che ella cosí cominciò:
[003]
Belle donne, io non so da me medesima vedere che piú in questo si pecchi, o la natura apparecchiando a una nobile anima un vil corpo, o la fortuna apparecchiando a un corpo dotato d'anima nobile vil mestiero, sí come in
Cisti
nostro cittadino e in molti ancora abbiamo potuto vedere avvenire; il qual
Cisti
, d'altissimo animo fornito, la fortuna fece fornaio.
[004]
E certo io maladicerei e la natura parimente e la fortuna, se io non conoscessi la natura esser discretissima e la fortuna aver mille occhi, come che gli sciocchi lei cieca figurino.
[005]
Le quali io avviso che, sí come molto avvedute, fanno quello che i mortali spesse volte fanno, li quali, incerti de' futuri casi, per le loro oportunità le loro piú care cose ne' piú vili luoghi delle lor case, sí come meno sospetti, sepelliscono, e quindi ne' maggior bisogni le traggono, avendole il vil luogo piú sicuramente servate che la bella camera non avrebbe.
[006]
E cosí le due ministre del mondo spesso le lor cose piú care nascondono sotto l'ombra dell'arti reputate piú vili, acciò che di quelle alle necessità traendole piú chiaro appaia il loro splendore.
[007]
Il che quanto in poca cosa
Cisti
fornaio il dichiarasse, gli occhi dello 'ntelletto rimettendo a messer
Geri Spina
, il quale la novella di madonna Oretta contata, che sua moglie fu, m'ha tornata nella memoria, mi piace in una novelletta assai piccola dimostrarvi.
[008]
Dico adunque che, avendo
Bonifazio
papa, appo il quale messer
Geri Spina
fu in grandissimo stato, mandati in
Firenze
certi suoi nobili ambasciadori per certe sue gran bisogne, essendo essi in casa di messer
Geri
smontati, e egli con loro insieme i fatti del Papa trattando, avvenne che, che se ne fosse cagione, messer
Geri
con questi ambasciadori del Papa tutti a piè quasi ogni mattina davanti a
Santa Maria Ughi
passavano, dove
Cisti
fornaio il suo forno aveva e personalmente la sua arte esserceva.
[009]
Al quale quantunque la fortuna arte assai umile data avesse, tanto in quella gli era stata benigna, che egli n'era ricchissimo divenuto, e senza volerla mai per alcuna altra abbandonare splendidissimamente vivea, avendo tra l'altre sue buone cose sempre i migliori vini bianchi e vermigli che in
Firenze
si trovassero o nel contado.
[010]
Il quale, veggendo ogni mattina davanti all'uscio suo passar messer
Geri
e gli ambasciadori del Papa, e essendo il caldo grande, s'avisò che gran cortesia sarebbe il dar lor bere del suo buon vin bianco; ma avendo riguardo alla sua condizione e a quella di messer
Geri
, non gli pareva onesta cosa il presummere d'invitarlo ma pensossi di tener modo il quale inducesse messer
Geri
medesimo a invitarsi.
[011]
E avendo un farsetto bianchissimo indosso e un grembiule di bucato innanzi sempre, li quali piú tosto mugnaio che fornaio il dimostravano, ogni mattina in su l'ora che egli avvisava che messer
Geri
con gli ambasciadori dover passare si faceva davanti all'uscio suo recare una secchia nuova e stagnata d'acqua fresca e un picciolo orcioletto bolognese nuovo del suo buon vin bianco e due bicchieri che parevano d'ariento, sí eran chiari:
[012]
e a seder postosi, come essi passavano, e egli, poi che una volta o due spurgato s'era, cominciava a ber sí saporitamente questo suo vino, che egli n'avrebbe fatta venir voglia a' morti.
[013]
La qual cosa avendo messer
Geri
una e due mattine veduta, disse la terza:
Chente è,
Cisti
? è buono?
[014]
Cisti
, levato prestamente in piè, rispose:
Messer sí, ma quanto non vi potre' io dare a intendere, se voi non assaggiaste
.
[015]
Messer
Geri
, al quale o la qualità o affanno piú che l'usato avuto o forse il saporito bere, che a
Cisti
vedeva fare, sete avea generata, volto agli ambasciadori sorridendo disse:
Signori, egli è buono che noi assaggiamo del vino di questo valente uomo: forse che è egli tale, che noi non ce ne penteremo
; e con loro insieme se n'andò verso
Cisti
.
[016]
Il quale, fatta di presente una bella panca venire di fuor dal forno, gli pregò che sedessero; e alli lor famigliari, che già per lavare i bicchieri si facevano innanzi, disse:
Compagni, tiratevi indietro e lasciate questo servigio fare a me, ché io so non meno ben mescere che io sappia infornare; e non aspettaste voi d'assaggiarne gocciola!
[017]
E cosí detto, esso stesso, lavati quatro bicchieri belli e nuovi e fatto venire un piccolo orcioletto del suo buon vino, diligentemente diede bere a messer
Geri
e a' compagni, alli quali il vino parve il migliore che essi avessero gran tempo davanti bevuto; per che, commendatol molto, mentre gli ambasciador vi stettero, quasi ogni mattina con loro insieme n'andò a ber messer
Geri
.
[018]
A' quali, essendo espediti e partir dovendosi, messer
Geri
fece un magnifico convito, al quale invitò una parte de' piú orrevoli cittadini, e fecevi invitare
Cisti
, il quale per niuna condizione andar vi volle.
[019]
Impose adunque messer
Geri
a uno de' suoi famigliari che per un fiasco andasse del vin di
Cisti
e di quello un mezzo bicchier per uomo desse alle prime mense. Il
famigliare
, forse sdegnato perché niuna volta bere aveva potuto del vino, tolse un gran fiasco.
[020]
Il quale come
Cisti
vide, disse:
Figliuolo, messer
Geri
non ti manda a me
.
[021]
Il che raffermando piú volte il
famigliare
né potendo altra risposta avere, tornò a messer
Geri
e sí gliele disse; a cui messer
Geri
disse:
Tornavi e digli che sí fo: e se egli piú cosí ti risponde, domandalo a cui io ti mando
.
[022]
Il
famigliare
tornato disse:
Cisti
, per certo messer
Geri
mi manda pure a te
.
[023]
Al quale
Cisti
rispose:
Per certo, figliuol, non fa
.
[024]
Adunque,
disse il
famigliare
a cui mi manda?
[025]
Rispose
Cisti
:
A Arno
.
[026]
Il che rapportando il
famigliare
a messer
Geri
, subito gli occhi gli s'apersero dello 'ntelletto e disse al
famigliare
:
Lasciami vedere che fiasco tu vi porti
; e vedutol disse:
Cisti
dice vero
; e dettagli villania gli fece torre un fiasco convenevole.
[027]
Il quale
Cisti
vedendo disse:
Ora so io bene che egli ti manda a me
, e lietamente glielo impié.
[028]
E poi quel medesimo dí fatto il botticello riempiere d'un simil vino e fattolo soavemente portare a casa di messer
Geri
, andò appresso, e trovatolo gli disse:
Messere, io non vorrei che voi credeste che il gran fiasco stamane m'avesse spaventato; ma, parendomi che vi fosse uscito di mente ciò che io a questi dí co' miei piccoli orcioletti v'ho dimostrato, cioè che questo non sia vin da famiglia, vel volli staman raccordare.
[029]
Ora, per ciò che io non intendo d'esservene piú guardiano, tutto ve l'ho fatto venire: fatene per innanzi come vi piace
.
[030]
Messer
Geri
ebbe il dono di
Cisti
carissimo e quelle grazie gli rendé che a ciò credette si convenissero, e sempre poi per da molto l'ebbe e per amico.