Novella Terza
[Voice: filostrato]
[001]
Mitridanes
, invidioso della cortesia di
Natan
, andando per ucciderlo, senza conoscerlo capita a lui e, da lui stesso informato del modo, il truova in un boschetto come ordinato avea; il quale riconoscendolo si vergogna e suo amico diviene.
[002]
Simil cosa a miracolo per certo pareva a tutti avere udito, cioè che un cherico alcuna cosa magnificamente avesse operata; ma riposandosene già il ragionare delle donne, comandò
il re
a
Filostrato
che procedesse; il quale prestamente incominciò:
[003]
Nobili donne, grande fu la magnificenzia del
re di Spagna
e forse cosa piú non udita già mai quella dell'
abate di Cligní
; ma forse non meno maravigliosa cosa vi parrà l'udire che uno, per liberalità usare a un altro che il suo sangue, anzi il suo spirito, disiderava, cautamente a dargliele si disponesse: e fatto l'avrebbe se colui prender l'avesse voluto, sí come io in una mia novelletta intendo di dimostrarvi.
[004]
Certissima cosa è, se fede si può dare alle parole d'alcuni genovesi e d'altri uomini che in quelle contrade stati sono, che nelle parti del
Cattaio
fu già uno uomo di legnaggio nobile e ricco senza comparazione, per nome chiamato
Natan
.
[005]
Il quale, avendo ricetto vicino a una strada per la qual quasi di necissità passava ciascuno che di Ponente verso Levante andar voleva o di Levante in Ponente e avendo l'animo grande e liberale e disideroso che fosse per opera conosciuto, quivi avendo molti maestri fece in piccolo spazio di tempo fare un de' piú belli e de' maggiori e de' piú ricchi
palagi
che mai fosse stato veduto, e quello di tutte quelle cose che opportune erano a dovere gentili uomini ricevere e onorare fece ottimamente fornire.
[006]
E avendo grande e bella famiglia, con piacevolezza e con festa chiunque andava e veniva faceva ricevere e onorare; e in tanto perseverò in questo laudevol costume, che già non solamente il Levante ma quasi tutto il Ponente per fama il conoscea.
[007]
E essendo egli già d'anni pieno, né però del corteseggiar divenuto stanco, avvenne che la sua fama agli orecchi pervenne d'un giovane chiamato
Mitridanes
, di paese non guari al suo lontano; il quale, sentendosi non meno ricco che
Natan
fosse, divenuto della sua fama e della sua virtú invidioso, seco propose con maggior liberalità quella o annullare o offuscare.
[008]
E fatto fare un
palagio
simile a quello di
Natan
, cominciò a fare le piú smisurate cortesie che mai facesse alcuno altro a chi andava o veniva per quindi; e senza dubbio in piccol tempo assai divenne famoso.
[009]
Ora avvenne un giorno che dimorando
il giovane
tutto solo nella corte del suo
palagio
, una
feminella
entrata dentro per una delle porti del
palagio
gli domandò limosina e ebbela; e ritornata per la seconda porta pure a lui, ancora l'ebbe e cosí successivamente insino alla duodecima; e la tredecima volta tornata, disse
Mitridanes
:
Buona femina, tu se' assai sollicita a questo tuo dimandare
e nondimeno le fece limosina.
[010]
La vecchierella
, udita questa parola, disse:
O liberalità di
Natan
, quanto se' tu maravigliosa! ché per trentadue porti che ha il suo
palagio
, sí come questo, entrata e domandatagli limosina, mai da lui, che egli mostrasse, riconosciuta non fui e sempre l'ebbi; e qui non venuta ancora se non per tredici e riconosciuta e proverbiata sono stata
; e cosí dicendo senza piú ritornarvi si dipartí.
[011]
Mitridanes
, udite le parole della
vecchia
, come colui che ciò che della fama di
Natan
udiva diminuimento della sua estimava, in rabbiosa ira acceso cominciò a dire:
Ahi lasso a me! Quando aggiugnerò io alla liberalità delle gran cose di
Natan
, non che io il trapassi come io cerco, quando nelle piccolissime io non gli posso avvicinare? Veramente io mi fatico invano, se io di terra nol tolgo: la qual cosa, poscia che la vecchiezza nol porta via, convien senza alcuno indugio che io faccia con le mie mani
.
[012]
E con questo impeto levatosi, senza comunicare il suo consiglio a alcuno, con poca compagnia montato a cavallo dopo il terzo dí dove
Natan
dimorava pervenne; e a'
compagni
imposto che sembianti facessero di non esser con lui né di conoscerlo e che di stanzia si procacciassero infino che da lui altro avessero, quivi in sul fare della sera pervenuto e solo rimaso, non guari lontano al bel
palagio
trovò
Natan
tutto solo, il quale senza alcuno abito pomposo andava a suo diporto; cui egli, non conoscendolo, domandò se insegnar gli sapesse dove
Natan
dimorasse.
[013]
Natan
lietamente rispose:
Figliuol mio, niuno è in questa contrada che meglio di me cotesto ti sappia mostrare: e per ciò, quando ti piaccia, io vi ti menerò
.
[014]
Il giovane
disse che questo gli sarebbe a grado assai ma che, dove esser potesse, egli non voleva da
Natan
esser veduto né conosciuto: al qual
Natan
disse:
E cotesto ancora farò, poi che ti piace
.
[015]
Ismontato adunque
Mitridanes
con
Natan
, che in piacevolissimi ragionamenti assai tosto il mise, infino al suo bel
palagio
n'andò. Quivi
Natan
fece a un de' suoi famigliari prendere il caval del
giovane
, e accostatoglisi agli orecchi gl'impose che egli prestamente con tutti quegli della casa facesse che niuno al giovane dicesse lui esser
Natan
: e cosí fu fatto.
[016]
Ma poi che nel palagio furono, mise
Mitridanes
in una bellissima camera dove alcuno nol vedeva, se non quegli che egli al suo servigio diputati avea; e sommamente faccendolo onorare, esso stesso gli tenea compagnia.
[017]
Col quale dimorando
Mitridanes
, ancora che in reverenzia come padre l'avesse, pur lo domandò chi el fosse: al quale
Natan
rispose:
Io sono un picciol servidor di
Natan
, il quale dalla mia fanciullezza con lui mi sono invecchiato, né mai a altro che tu mi vegghi mi trasse; per che, come che ogni altro uomo molto di lui si lodi, io me ne posso poco lodare io
.
[018]
Queste parole porsero alcuna speranza a
Mitridanes
di potere con piú consiglio e con piú salvezza dare effetto al suo perverso intendimento: il qual
Natan
assai cortesemente domandò chi egli fosse e qual bisogno per quindi il portasse, offerendo il suo consiglio e il suo aiuto in ciò che per lui si potesse.
[019]
Mitridanes
soprastette alquanto al rispondere, e ultimamente diliberando di fidarsi di lui, con una lunga circuizion di parole la sua fede richiese e appresso il consiglio e l'aiuto; e chi egli era e per che venuto e da che mosso interamente gli discoperse.
[020]
Natan
, udendo il ragionare e il fiero proponimento di
Mitridanes
, in sé tutto si cambiò, ma senza troppo stare, con forte animo e con fermo viso gli rispose:
Mitridanes
, nobile uomo fu il tuo padre, dal quale tu non vuogli degenerare, sí alta impresa avendo fatta come hai, cioè d'essere liberale a tutti; e molto la invidia che alla virtú di
Natan
porti commendo, per ciò che, se di cosí fatte fossero assai, il mondo, che è miserissimo, tosto buon diverrebbe.
[021]
Il tuo proponimento mostratomi senza dubbio sarà occulto, al quale io piú tosto util consiglio che grande aiuto posso donare: il quale è questo.
[022]
Tu puoi di quinci vedere, forse un mezzo miglio vicin di qui, un boschetto, nel quale
Natan
quasi ogni mattina va tutto solo prendendo diporto per ben lungo spazio: quivi leggier cosa ti fia il trovarlo e farne il tuo piacere.
[023]
Il quale se tu uccidi, acciò che tu possa senza impedimento a casa tua ritornare, non per quella via donde tu qui venisti ma per quella che tu vedi a sinistra uscir fuor del bosco n'andrai, per ciò che, ancora che un poco piú salvatica sia, ella è piú vicina a casa tua e per te piú sicura
.
[024]
Mitridanes
, ricevuta la informazione e
Natan
da lui essendo partito, cautamente a' suoi
compagni
, che similmente là entro erano, fece sentire dove aspettare il dovessero il dí seguente. Ma poi che il nuovo dí fu venuto,
Natan
, non avendo animo vario al consiglio dato a
Mitridanes
né quello in parte alcuna mutato, solo se n'andò al boschetto a dover morire.
[025]
Mitridanes
, levatosi e preso il suo arco e la sua spada, ché altra arme non avea, e montato a cavallo, n'andò al boschetto e di lontano vide
Natan
tutto soletto andar passeggiando per quello; e diliberato avanti che l'assalisse di volerlo vedere e d'udirlo parlare, corse verso lui e presolo per la benda, la quale in capo avea, disse:
Vegliardo, tu se' morto!
[026]
Al quale niun'altra cosa rispose
Natan
se non:
Dunque l'ho io meritato
.
[027]
Mitridanes
, udita la voce e nel viso guardatolo, subitamente riconobbe lui esser colui che benignamente l'avea ricevuto e familiarmente accompagnato e fedelmente consigliato; per che di presente gli cadde il furore e la sua ira si convertí in vergogna; laonde egli, gittata via la spada, la qual già per ferirlo aveva tirata fuori, da caval dismontato piagnendo corse a' piè di
Natan
e disse:
[028]
Manifestamente conosco, carissimo padre, la vostra liberalità, riguardando con quanta cautela venuto siate per darmi il vostro spirito, del quale io, niuna ragione avendo, a voi medesimo disideroso mostra'mi: ma Idio, piú al mio dover sollicito che io stesso, a quel punto che maggior bisogno è stato gli occhi m'ha aperto dello 'ntelletto, li quali misera invidia m'avea serrati.
[029]
E per ciò quanto voi piú pronto stato siete a compiacermi, tanto piú mi cognosco debito alla penitenzia del mio errore: prendete adunque di me quella vendetta che convenevole estimate al mio peccato
.
[030]
Natan
fece levar
Mitridanes
in piede e teneramente l'abbracciò e baciò e gli disse:
Figliuol mio, alla tua impresa, chente che tu la vogli chiamare o malvagia o altrimenti, non bisogna di domandar né di dar perdono, per ciò che non per odio la seguivi ma per potere essere tenuto migliore.
[031]
Vivi adunque di me sicuro, e abbi di certo che niuno altro uom vive il quale te quant'io ami, avendo riguardo all'altezza dello animo tuo, il quale non a ammassar denari, come i miseri fanno, ma a ispender gli ammassati s'è dato.
[032]
Né ti vergognare d'avermi voluto uccidere per divenir famoso, né credere che io me ne maravigli. I sommi imperadori e i grandissimi re non hanno quasi con altra arte che d'uccidere, non uno uomo come tu volevi fare ma infiniti, e ardere paesi e abbattere le città, li loro regni ampliati e per conseguente la fama loro: per che, se tu per piú farti famoso me solo uccider volevi, non maravigliosa cosa né nuova facevi ma molto usata
.
[033]
Mitridanes
, non iscusando il suo disidero perverso ma commendando l'onesta scusa da
Natan
trovata a esso, ragionando pervenne a dire sé oltre modo maravigliarsi come a ciò fosse
Natan
potuto disporre e a ciò dargli modo e consiglio:
[034]
al quale
Natan
disse:
Mitridanes
, io non voglio che tu del mio consiglio e della mia disposizione ti maravigli, per ciò che, poi che io nel mio albitrio fui e disposto a fare quello medesimo che tu hai a fare impreso, niun fu che mai a casa mia capitasse, che io nol contentasse a mio potere di ciò che da lui mi fu domandato.
[035]
Venistivi tu vago della mia vita, per che, sentendolati domandare, acciò che tu non fossi solo colui che sanza la sua dimanda di qui si partisse, prestamente diliberai di donarlati, e acciò che tu l'avessi quel consiglio ti diedi che io credetti che buon ti fosse a aver la mia e non perder la tua; e per ciò ancora ti dico e priego che, s'ella ti piace, che tu la prenda e te medesimo ne sodisfaccia: io non so come io la mi possa meglio spendere.
[036]
Io l'ho adoperata già ottanta anni, e ne' miei diletti e nelle mie consolazioni usata: e so che, seguendo il corso della natura, come gli altri uomini fanno e generalmente tutte le cose, ella mi può omai piccol tempo esser lasciata: per che io iudico molto meglio esser quella donare, come io ho sempre i miei tesori donati e spesi, che tanto volerla guardare, che ella mi sia contro a mia voglia tolta dalla natura.
[037]
Piccol dono è donare cento anni: quanto adunque è minor donarne sei o otto che io a starci abbia? Prendila adunque, se ella t'agrada, io te ne priego; per ciò che, mentre vivuto ci sono, niuno ho ancor trovato che disiderata l'abbia né so quando trovar me ne possa veruno, se tu non la prendi che la dimandi.
[038]
E se pure avvenisse che io ne dovessi alcun trovare, conosco che quanto piú la guarderò di minor pregio sarà; e però, anzi che ella divenga piú vile, prendila, io te ne priego
.
[039]
Mitridanes
, vergognandosi forte, disse:
Tolga Iddio che cosí cara cosa come la vostra vita è, non che io, da voi dividendola, la prenda, ma pur la disideri, come poco avanti faceva; alla quale non che io diminuissi gli anni suoi ma io l'aggiugnerei volentier de' miei
.
[040]
A cui prestamente
Natan
disse:
E se tu puoi, vuo' nele tu aggiugnere? E farai a me fare verso di te quello che mai verso alcuno altro non feci, cioè delle tue cose pigliare, che mai dell'altrui non pigliai
.
[041]
Sí
disse subitamente
Mitridanes
.
[042]
Adunque
disse
Natan
farai tu come io ti dirò. Tu rimarrai, giovane come tu se', qui nella mia casa e avrai nome
Natan
, e io me n'andrò nella tua e farommi sempre chiamar
Mitridanes
.
[043]
Allora
Mitridanes
ri spose:
Se io sapessi cosí bene operare come voi sapete e avete saputo, io prenderei senza troppa diliberazione quello che m'offerete; ma per ciò che egli mi pare esser molto certo che le mie opere sarebbon diminuimento della fama di
Natan
, e io non intendo di guastare in altrui quello che in me io non so acconciare, nol prenderò
.
[044]
Questi e molti altri piacevoli ragionamenti stati tra
Natan
e
Mitridanes
, come a
Natan
piacque, insieme verso il
palagio
se ne tornarono, dove
Natan
piú giorni sommamente onorò
Mitridanes
, e lui con ogni ingegno e saper confortò nel suo alto e grande proponimento. E volendosi
Mitridanes
con la sua
compagnia
ritornare a casa, avendogli
Natan
assai ben fatto conoscere che mai di liberalità nol potrebbe avanzare, il licenziò.