Novella Decima
Novella Decima
[Voice: dioneo]
[001]
Donno
[002]
Questa novella dalla
[003] Leggiadre donne, infra molte bianche colombe agiugne piú di bellezza uno nero corvo, che non farebbe un candido cigno; e cosí tra molti savi alcuna volta un men savio è non solamente un accrescere splendore e bellezza alla lor maturità, ma ancora diletto e sollazzo. [004] Per la qual cosa, essendo voi tutte discretissime e moderate, io, il qual sento anzi dello scemo che no, faccendo la vostra virtú piú lucente col mio difetto piú vi debbo esser caro che se con piú valore quella facessi divenir piú oscura; e per conseguente piú largo arbitrio debbo avere in dimostrarmi tal qual io sono, e piú pazientemente dee da voi esser sostenuto che non dovrebbe se io piú savio fossi, quel dicendo che io dirò. [005] Dirovvi adunque una novella non troppo lunga, nella quale comprenderete quanto diligentemente si convengano osservare le cose imposte da coloro che alcuna cosa per forza d'incantamento fanno, e quanto piccol fallo in quelle commesso ogni cosa guasti dallo 'ncantator fatta.
[006]
L'altr'anno fu a
[008]
Compar
[011]
E tra l'altre volte, una le disse:
Comar
[012]
La giovane si maravigliò e credettelo e al marito il disse, agiugnendo:
Se egli è cosí tuo come tu di', ché non ti fai tu insegnare quello incantesimo, ché tu possa far cavalla di me e fare i fatti tuoi con l'asino e con la cavalla, e guadagneremo due cotanti? E quando a casa fossimo tornati, mi potresti rifar femina come io sono.
[013]
Compar
Ecco, poi che voi pur volete, domattina ci leveremo, come noi sogliamo, anzi dí e io vi mosterrò come si fa. È il vero che quello che piú è malagevole in questa cosa si è l'appiccar la coda, come tu vedrai.
[014]
Compar
Io non so al mondo persona a cui io questo facessi se non a voi, e per ciò, poi che vi pur piace, io il farò: vero è che far vi conviene quello che io vi dirò, se voi volete che venga fatto.
[015]
Costoro dissero di far ciò che egli dicesse: per che donno
Guata ben come io farò, e che tu tenghi bene a men te come io dirò; e guardati, quanto tu hai caro di non guastare ogni cosa, che, per cosa che tu oda o veggia, tu non dica una parola sola; e priega Iddio che la coda s'appicchi bene.
[016]
Compar
[017]
Appresso donno
Questa sia bella testa di cavalla
; e toccandole i capelli, disse:
Questi sieno belli crini di cavalla
;
[018]
e poi toccandole le braccia, disse:
E queste sieno belle gambe e belli piedi di cavalla
; poi toccandole il petto e trovandolo sodo e tondo, risvegliandosi tale che non era chiamato e su levandosi, disse:
E questo sia bel petto di cavalla
; e cosí fece alla schiena e al ventre e alle groppe e alle coscie e alle gambe; e ultimamente, niuna cosa restandogli a fare se non la coda, levata la camiscia e preso il piuolo col quale egli piantava gli uomini e prestamente nel solco per ciò fatto messolo, disse:
E questa sia bella coda di cavalla.
[019]
Compar
O donno
[020]
Era già l'umido radicale per lo quale tutte le piante s'appiccano venuto, quando donno
Ohimè, compar
[021]
Compar
Bene sta, io non vi voleva quella coda io: perché non diciavate voi a me `Falla tu'? E anche l'appiccavate troppo bassa.
[022]
Disse donno
Perché tu non l'avresti per la prima volta saputa appiccar sí com'io.
[023]
La giovane, queste parole udendo, levatasi in piè di buona fé disse al marito:
Deh, bestia che tu se', perché hai tu guasti li tuoi fatti e' miei? qual cavalla vedestú mai senza coda? Se m'aiuti Iddio, tu se' povero, ma egli sarebbe ragione che tu fossi molto piú.
[024]
Non avendo adunque piú modo a dover fare della giovane cavalla, per le parole che dette avea compar