Novella Sesta
[Voice: filomena]
[001]
Bruno
e
Buffalmacco
imbolano un porco a
Calandrino
; fannogli fare la sperienzia da ritrovarlo con galle di gengiovo e con vernaccia, e a lui ne danno due, l'una dopo l'altra, di quelle del cane confettate in aloè, e pare che l'abbia avuto egli stesso; fannolo ricomperare, se egli non vuole che alla
moglie
il dicano.
[002]
Non ebbe prima la novella di
Filostrato
fine, della quale molto si rise, che
la reina
a
Filomena
impose che seguitando dicesse; la quale incominciò:
[003]
Graziose donne, come
Filostrato
fu dal nome di
Maso
tirato a dover dire la novella la quale da lui udita avete, cosí né piú né men son tirata io da quello di
Calandrino
e de' compagni suoi a dirne un'altra di loro, la qual, sí come io credo, vi piacerà.
[004]
Chi
Calandrino
,
Bruno
e
Buffalmacco
fossero non bisogna che io vi mostri, ché assai l'avete di sopra udito: e per ciò, piú avanti faccendomi, dico che
Calandrino
aveva un suo poderetto non guari lontan da
Firenze
, che in dote aveva avuto dalla
moglie
, del quale, tra l'altre cose che sú vi ricoglieva, n'aveva ogni anno un porco; e era sua usanza sempre colà di dicembre d'andarsene la
moglie
e egli in villa, e ucciderlo e quivi farlo salare.
[005]
Ora avvenne una volta tra l'altre che, non essendo la
moglie
ben sana,
Calandrino
andò egli solo a uccidere il porco; la qual cosa sentendo
Bruno
e
Buffalmacco
e sappiendo che la moglie di lui non v'andava, se n'andarono ad un prete loro grandissimo amico, vicino di
Calandrino
, a starsi con lui alcun dí.
[006]
Aveva
Calandrino
, la mattina che costor giunsero il dí, ucciso il porco e vedendogli col prete, gli chiamò e disse:
Voi siate i ben venuti; io voglio che voi veggiate che massaio io sono
; e menatigli in casa, mostrò loro questo porco.
[007]
Videro costoro il porco esser bellissimo e da
Calandrino
intesero che per la famiglia sua il voleva salare; a cui
Bruno
disse:
Deh! come tu se' grosso! Vendilo e godianci i denari e a mogliata dí che ti sia stato imbolato.
[008]
Calandrin
disse:
No, ella nol crederrebbe, e caccerebbemi fuor di casa: non v'impacciate, ché io nol farei mai.
Le parole furono assai, ma niente montarono.
Calandrino
gl'invitò a cena cotale alla trista, sí che costoro non vi vollon cenare e partirsi da lui.
[009]
Disse
Bruno
a
Buffalmacco
:
Vogliangli noi imbolare stanotte quel porco?
[010]
Disse
Buffalmacco
:
O come potremmo noi?
[011]
Disse
Bruno
:
Il come ho io ben veduto, se egli nol muta di là ove egli era testé.
[012]
Adunque,
disse
Buffalmacco
faccianlo; perché nol faremmo noi? E poscia cel goderemo qui insieme col domine.
[013]
Il prete disse che gli era molto caro; disse allora
Bruno
:
Qui si vuole usare un poco d'arte. Tu sai,
Buffalmacco
, come
Calandrino
è avaro e come egli bee volentieri quando altri paga; andiamo e menialo alla taverna; quivi il prete faccia vista di pagar tutto per onorarci e non lasci pagare a lui nulla: egli si ciurmerà, e verracci troppo ben fatto poi, per ciò che egli è solo in casa.
[014]
Come
Brun
disse, cosí fecero.
Calandrino
, veggendo che il prete nol lasciava pagare, si diede in sul bere, e benché non ne gli bisognasse troppo pur si caricò bene: e essendo già buona ora di notte quando dalla taverna si partí, senza volere altramenti cenare, se n'entrò in casa, e credendosi aver serrato l'uscio il lasciò aperto e andossi al letto.
[015]
Buffalmacco
e
Bruno
se n'andarono a cenare col prete: e, come cenato ebbero, presi loro argomenti per entrare in casa
Calandrino
là onde
Bruno
aveva divisato, là chetamente n'andarono; ma, trovando aperto l'uscio, entrarono dentro e ispiccato il porco via a casa del prete nel portarono e, ripostolo, se n'andarono a dormire.
[016]
Calandrino
, essendogli il vino uscito del capo, si levò la mattina; e come scese giú guardò e non vide il porco suo e vide l'uscio aperto; per che, domandato questo e quell'altro se sapessero chi il porco s'avesse avuto, e non trovandolo, incominciò a fare il romor grande: oisé! dolente sé, che il porco gli era stato imbolato.
[017]
Bruno
e
Buffalmacco
levatisi se ne andarono verso
Calandrino
per udir ciò che egli del porco dicesse; il quale, come gli vide, quasi piagnendo chiamati, disse:
Oimè, compagni miei, che il porco mio m'è stato imbolato!
[018]
Bruno
accostatoglisi, pianamente gli disse:
Maraviglia che se' stato savio una volta!
[019]
Ohimè
disse
Calandrino
ché io dico da dovero.
[020]
Cosí di',
diceva
Bruno
grida forte, sí che paia bene che sia stato cosí.
[021]
Calandrino
gridava allora piú forte e diceva:
Al corpo di Dio, che io dico da dovero che egli m'è stato imbolato.
[022]
E
Bruno
diceva:
Ben di', ben di': e' si vuol ben dir cosí, grida forte, fatti ben sentire, sí che egli paia vero.
[023]
Disse
Calandrino
:
Tu mi faresti dar l'anima al nimico: io dico che tu non mi credi, se io non sia impiccato per la gola, che egli m'è stato imbolato.
[024]
Disse allora
Bruno
:
Deh! come dee potere esser questo? Io il vidi pure ieri costí: credimi tu far credere che egli sia volato?
[025]
Disse
Calandrino
:
Egli è come io ti dico.
[026]
Deh!
disse
Bruno
può egli essere?
[027]
Per certo,
disse
Calandrino
egli è cosí, di che io son diserto e non so come io mi torni a casa:
moglie
ma nol mi crederà, e se ella il mi pur crede, io non avrò uguanno pace con lei.
[028]
Disse allora
Bruno
:
Se Dio mi salvi, questo è mal fatto, se vero è; ma tu sai,
Calandrino
, che ieri io t'insegnai dir cosí: io non vorrei che tu ad un'ora ti facessi beffe di moglieta e di noi.
[029]
Calandrino
incominciò a gridare e a dire:
Deh perché mi farete disperare? e bestemmiare Idio e' santi e ciò che v'è? Io vi dico che il porco m'è stato sta notte imbolato.
[030]
Disse allora
Buffalmacco
:
S' egli è pur cosí, vuolsi veder via, se noi sappiamo, di riaverlo.
[031]
E che via
disse
Calandrino
potrem noi trovare?
[032]
Disse allora
Buffalmacco
:
Per certo egli non c'è venuto d'India niuno a torti il porco: alcuno di questi tuoi vicini dee essere stato, e per ciò, se tu gli potessi ragunare, io so fare la esperienza del pane e del formaggio e vederemmo di botto chi l'ha avuto.
[033]
Sí,
disse
Bruno
ben farai con pane e con formaggio a certi gentilotti che ci ha da torno, ché son certo che alcun di loro l'ha avuto, e avvederebbesi del fatto e non ci vorrebber venire.
[034]
Come è dunque da fare?
disse
Buffalmacco
.
[035]
Rispose
Bruno
:
Vorrebbesi fare con belle galle di gengiovo e con bella vernaccia, e invitargli a bere: essi non sel penserebbono e verrebbono, e cosí si possono benedire le galle del gengiovo, come il pane e 'l cacio.
[036]
Disse
Buffalmacco
:
Per certo tu di' il vero; e tu,
Calandrino
, che di'? vogliallo fare?
[037]
Disse
Calandrino
:
Anzi ve ne priego io per l'amor di Dio; ché, se io sapessi pur chi l'ha avuto, sí mi parrebbe esser mezzo consolato.
[038]
Or via,
disse
Bruno
io sono acconcio d'andare infino a Firenze per quelle cose in tuo servigio, se tu mi dai i denari.
[039]
Aveva
Calandrino
forse quaranta soldi, li quali egli gli diede.
Bruno
, andatosene a
Firenze
a un suo amico speziale, comperò una libra di belle galle e fecene far due di quelle del cane, le quali egli fece confettare in uno aloè patico fresco; poscia fece dar loro le coverte del zucchero come avevan l'altre, e per non ismarrirle o scambiarle fece lor fare un certo segnaluzzo, per lo quale egli molto bene le conoscea; e comperato un fiasco d'una buona vernaccia, se ne tornò in villa a
Calandrino
e dissegli:
[040]
Farai che tu inviti domattina a ber con teco tutti coloro di cui tu hai sospetto: egli è festa, ciascun verrà volentieri, e io farò stanotte insieme con
Buffalmacco
la 'ncantagione sopra le galle e recherolleti domattina a casa, e per tuo amore io stesso le darò e farò e dirò ciò che fia da dire e da fare.
[041]
Calandrino
cosí fece. Ragunata adunque una buona brigata tra di giovani fiorentini che per la villa erano e di lavoratori, la mattina vegnente, dinanzi alla chiesa intorno all'olmo,
Bruno
e
Buffalmacco
vennono con una scatola di galle e col fiasco del vino: e fatti stare costoro in cerchio, disse
Bruno
:
[042]
Signori, e ' mi vi convien dir la cagione per che voi siete qui, acciò che, se altro avvenisse che non vi piacesse, voi non v'abbiate a ramaricar di me.
[043]
A
Calandrin
, che qui è, fu ier notte tolto un suo bel porco né sa trovare chi avuto se l'abbia; e per ciò che altri che alcun di noi che qui siamo non gliele dee potere aver tolto, esso, per ritrovar chi avuto l'ha, vi dà a mangiar queste galle una per uno, e bere; e infino da ora sappiate che chi avuto avrà il porco, non potrà mandar giú la galla, anzi gli parrà piú amara che veleno e sputeralla; e per ciò, anzi che questa vergogna gli sia fatta in presenza di tanti, è forse il meglio che quel cotale che avuto l'avesse in penitenzia il dica al sere, e io mi rimarrò di questo fatto.
[044]
Ciascun che v'era disse che ne voleva volentier mangiare: per che
Bruno
, ordinatigli e messo
Calandrino
tra loro, cominciatosi all'un de' capi, cominciò a dare a ciascun la sua; e, come fu per mei
[045]
Calandrino
, presa una delle canine, gliele pose in mano.
Calandrino
prestamente la si gittò in bocca e cominciò a masticare, ma sí tosto come la lingua sentí l'aloè, cosí
Calandrino
, non potendo l'amaritudine sostenere, la sputò fuori.
[046]
Quivi ciascun guatava nel viso l'uno all'altro per veder chi la sua sputasse; e non avendo
Bruno
ancora compiuto di darle, non faccendo sembiante d'intendere a ciò, s'udí dir dietro:
Eia,
Calandrino
, che vuol dir questo?
per che prestamente rivolto e veduto che
Calandrino
la sua aveva sputata, disse:
[047]
Aspettati, forse che alcuna altra cosa gliele fece sputare: tenne un'altra
; e presa la seconda, gliele mise in bocca e forní di dare l'altre che a dare aveva.
[048]
Calandrino
, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima: ma pur vergognandosi di sputarla, alquanto masticandola la tenne in bocca, e tenendola cominciò a gittar le lagrime che parevan nocciuole, sí eran grosse; e ultimamente, non potendo piú, la gittò fuori come la prima aveva fatto.
[049]
Buffalmacco
faceva dar bere alla brigata, e
Bruno
: li quali, insieme con gli altri questo vedendo tutti dissero che per certo
Calandrino
se l'aveva imbolato egli stesso; e furonvene di quegli che aspramente il ripresono.
[050]
Ma pur, poi che partiti si furono, rimasi
Bruno
e
Buffalmacco
con
Calandrino
, gl'incominciò
Buffalmacco
a dire:
Io l'aveva per lo certo tuttavia che tu te l'avevi avuto tu, e a noi volevi mostrare che ti fosse stato imbolato, per non darci una volta bere de' denari che tu n'avesti.
[051]
Calandrino
, il quale ancora non aveva sputata l'amaritudine dello aloè, incominciò a giurare che egli avuto non l'avea.
[052]
Disse
Buffalmacco
:
Ma che n'avesti, sozio, alla buona fè? avestine sei?
[053]
Calandrino
, udendo questo, s'incominciò a disperare, a cui
Brun
disse:
Intendi sanamente,
Calandrino
, che egli fu tale nella brigata che con noi mangiò e bevé, che mi disse che tu avevi quinci sú una giovinetta che tu tenevi a tua posta e davile ciò che tu potevi rimedire, e che egli aveva per certo che tu l'avevi mandato questo porco. Tu sí hai apparato ad esser beffardo!
[054]
Tu ci menasti una volta giú per lo
Mugnone
ricogliendo pietre nere: e quando tu ci avesti messo in galea senza biscotto, e tu te ne venisti e poscia ci volevi far credere che tu l'avessi trovata! e ora similmente ti credi co' tuoi giuramenti far credere altressí che il porco, che tu hai donato o ver venduto, ti sia stato imbolato.
[055]
Noi sí siamo usi delle tue beffe e conoscianle; tu non ce ne potresti far piú! E per ciò, a dirti il vero, noi ci abbiamo durata fatica in far l'arte, per che noi intendiamo che tu ci doni due paia di capponi, se non che noi diremo a
monna Tessa
ogni cosa.
[056]
Calandrino
, vedendo che creduto non gli era, parendogli avere assai dolore, non volendo anche il riscaldamento della
moglie
, diede a costoro due paia di capponi; li quali, avendo essi salato il porco, portatisene a
Firenze
, lasciaron
Calandrino
col danno e con le beffe.