Novella Quarta
[Voice: emilia]
[001]
Il proposto
di
Fiesole
ama una
donna
vedova,:non è amato da lei, e credendosi giacer con lei, giace con una sua
fante
, e i
fratelli
della donna vel fanno trovare al vescovo suo.
[002]
Venuta
Elissa
alla fine della sua novella non senza gran piacere di tutta la compagnia avendola raccontata, quando la
reina
a
Emilia
voltatasi le mostrò voler che ella appresso d'
Elissa
la sua raccontasse; la quale prestamente cosí cominciò:
[003]
Valorose donne, quanto i preti e' frati e ogni cherico sieno sollecitatori delle menti nostre in piú novelle dette mi ricorda essere mostrato; ma per ciò che dir non se ne potrebbe tanto, che ancora piú non ne fosse, io oltre a quelle intendo di dirvene una d'un
proposto
il quale, malgrado di tutto il mondo, voleva che una gentil
donna
vedova gli volesse bene, o volesse ella o no: la quale, si come molto savia, il trattò sí come egli era degno.
[004]
Come ciascuna di voi sa,
Fiesole
, il cui poggio noi possiamo di quinci vedere, fu già antichissima città e grande, come che oggi tutta disfatta sia, né per ciò è mai cessato che vescovo avuto non abbia, e ha ancora.
[005]
Quivi vicino alla
maggior chiesa
ebbe già una gentil donna vedova, chiamata
monna Piccarda
, un suo podere con una casa non troppo grande; e per ciò che la piú agiata donna del mondo non era, quivi la maggior parte dell'anno dimorava, e con lei due suoi
fratelli
, giovani assai dabbene e cortesi.
[006]
Ora avvenne che, usando questa donna alla chiesa maggiore e essendo ancora assai giovane e bella e piacevole, di lei s'innamorò sí forte il
proposto
della chiesa, che piú qua né piú là non vedea; e dopo alcun tempo fu di tanto ardire, che egli medesimo disse a questa donna il piacer suo, e pregolla che ella dovesse esser contenta del suo amore e d'amar lui come egli lei amava.
[007]
Era questo
proposto
d'anni già vecchio ma di senno giovanissimo, baldanzoso e altiero, e di sé ogni gran cosa presummeva, con suoi modi e costumi pieni di scede e di spiacevolezze, e tanto sazievole e rincrescevole, che niuna persona era che ben gli volesse; e se alcuno ne gli voleva poco, questa
donna
era colei, ché non solamente non ne gli voleva punto, ma ella l'aveva piú in odio che il mal del capo; per che ella, sí come savia, gli rispose:
[008]
Messer, che voi m'amiate mi può esser molto caro, e io debbo amar voi e amerovi volontieri; ma tra il vostro amore e 'l mio niuna cosa disonesta dee cader mai. Voi siete mio padre spirituale e siete prete, e già v'appressate molto bene alla vecchiezza, le quali cose vi debbono fare e onesto e casto; e d'altra parte io non son fanciulla, alla quale questi innamoramenti steano oggimai bene, e son vedova, che sapete quanta onestà nelle vedove si richiede; e per ciò abbiatemi per iscusata, che al modo che voi mi richiedete io non v'amere' mai né cosí voglio essere amata da voi
.
[009]
Il proposto
, per quella volta non potendo trarre da lei altro, non fece come sbigottito o vinto al primo colpo, ma, usando la sua trascutata prontezza la sollicitò molte volte e con lettere e con ambasciate e ancora egli stesso quando nella chiesa la vedeva venire; per che, parendo questo stimolo troppo grave e troppo noioso alla
donna
, si pensò di volerlosi levar da dosso per quella maniera la quale egli meritava, poscia che altramenti non poteva; ma cosa alcuna far nol volle, che prima co'
fratelli
no ragionasse.
[010]
E detto loro ciò che proposto verso lei operava e quello ancora che ella intendeva di fare e avendo in ciò piena licenza da loro, ivi a pochi giorni andò alla chiesa come usata era; la quale come proposto vide, cosí se ne venne verso lei e, come far soleva, per un modo parentevole seco entrò in parole.
[011]
La donna
, vedendol venire, e verso lui riguardando, gli fece lieto viso; e da una parte tiratisi, avendole
il proposto
molte parole dette al modo usato, la donna dopo un gran sospiro disse:
[012]
Messere, io ho udito assai volte che egli non è alcun castello sí forte, che, essendo ogni dí combattuto, non venga fatto d'esser preso una volta il che io veggo molto bene in me essere avvenuto. Tanto ora con dolci parole e ora con una piacevolezza e ora con un'altra mi siete andato d'attorno, che voi m'avete fatto rompere il mio proponimento: e son disposta, poscia che io cosí vi piaccio, a volere esser vostra
.
[013]
Il proposto
tutto lieto disse:
Madonna, gran mercé; e a dirvi il vero, io mi son forte maravigliato come voi vi siete tanto tenuta, pensando che mai piú di niuna non m'avvenne: anzi ho io alcuna volta detto: 'Se le femine fossero d'ariento, elle non varrebbon denaio, per ciò che niuna se ne terrebbe a martello. Ma lasciamo andare ora questo: quando e dove potrem noi essere insieme?
[014]
A cui
la donna
rispose:
Signor mio dolce, il quando potrebbe essere qual ora piú ci piacesse, per ciò che io non ho marito a cui mi convenga render ragion delle notti; ma io non so pensare il dove.
[015]
Disse
il proposto
:
Come no? O in casa vostra?
[016]
Rispose
la donna
:
Messer, voi sapete che io ho due
fratelli
giovani, li quali e di dí e di notte vengono in casa con lor brigate, e la casa mia non è troppo grande e per ciò esser non vi si potrebbe, salvo chi non volesse starvi a modo di mutolo senza far motto o zitto alcuno e al buio a modo di ciechi: vogliendo far cosí, si potrebbe, per ciò che essi non s'impacciano nella camera mia, ma è la loro sí allato alla mia, che paroluzza sí cheta non si può dire, che non si senta.
[017]
Disse allora
il proposto
:
Madonna, per questo non rimanga per una notte per due, intanto che io pensi dove noi possiamo essere in altra parte con piú agio.
[018]
La donna
disse:
Messere, questo stea pure a voi, ma d'una cosa vi priego: che questo stea segreto, che mai parola non se ne sappia
.
[019]
Il proposto
disse allora:
Madonna, non dubitate di ciò, e, se esser puote, fate che istasera noi siamo insieme.
[020]
La donna
disse:
Piacemi
; e datogli l'ordine come e quando venir dovesse, si partí e tornossi a casa.
[021]
Aveva
questa donna
una sua
fante
, la qual non era però troppo giovane, ma ella aveva il piú brutto viso e il piú contrafatto che si vedesse mai: ché ella aveva il naso schiacciato forte e la bocca torta e le labbra grosse e i denti mal composti e grandi, e sentiva del guercio, né mai era senza mal d'occhi, con un color verde e giallo che pareva che non a
Fiesole
ma a
Sinigaglia
avesse fatta la state, e oltre a tutto questo era sciancata e un poco monca dal lato destro;
[022]
e il suo nome era
Ciuta
, e perché cosí cagnazzo viso avea, da ogn'uomo era chiamata
Ciutazza
; e benché ella fosse contrafatta della persona, ella era pure alquanto maliziosetta.
[023]
La quale la
donna
chiamò a sé e dissele:
Ciutazza, se tu mi vuoi fare un servigio stanotte, io ti donerò una bella camiscia nuova.
[024]
La
Ciutazza
, udendo ricordar la camiscia, disse:
Madonna, se voi mi date una camiscia, io mi gitterò nel fuoco, non che altro.
[025]
Or ben,
disse
la donna
io voglio che tu giaccia stanotte con uno uomo entro il letto mio e che tu gli faccia carezze e guarditi ben di non far motto, sí che tu non fossi sentita da' fratei miei, ché sai che ti dormono allato; e poscia io ti darò la camiscia.
[026]
La
Ciutazza
disse:
Sí dormirò io con sei, non che con uno, se bisognerà.
[027]
Venuta adunque la sera, messer lo
proposto
venne come ordinato gli era stato, e
i due giovani
, come
la donna
composto avea, erano nella camera loro e facevansi ben sentire: per che proposto, tacitamente e al buio nella camera della donna entratosene, se n'andò, come ella gli disse, al letto, e dall'altra parte la
Ciutazza
, ben dalla donna informata di ciò che a far avesse.
[028]
Messer lo proposto, credendosi aver la donna sua allato, si recò in braccio la
Ciutazza
e cominciolla a baciar senza dir parola, e la
Ciutazza
lui; e cominciossi proposto a sollazzar con lei, la possession pigliando de' beni lungamente disiderati.
[029]
Quando
la donna
ebbe questo fatto, impose a'
fratelli
che facessero il rimanente di ciò che ordinato era; li quali, chetamente della camera usciti, n'andarono verso la piazza, e fu lor la fortuna in quello che far volevano piú favorevole che essi medesimi non dimandavano; per ciò che, essendo il caldo grande, aveva domandato il vescovo di questi due giovani, per andarsi infino a casa lor diportando e ber con loro.
[030]
Ma come venir gli vide, cosí detto loro il suo disidero con loro si mise in via e in una lor corticella fresca entrato, dove molti lumi accesi erano, con gran piacer bevve d'un loro buon vino.
[031]
E avendo bevuto, dissono
i giovani
:
Messer, poi che tanta di grazia n'avete fatto, che degnato siete di visitar questa nostra piccola casetta, alla quale noi venavamo ad invitarvi, noi vogliam che vi piaccia di voler vedere una cosetta che noi vi vogliam mostrare.
[032]
Il vescovo rispose che volentieri: per che l'un de'
giovani
, preso un torchietto acceso in mano e messosi innanzi, seguitandolo il vescovo e tutti gli altri, si dirizzò verso la camera dove messer lo
ploposto
giaceva con la
Ciutazza
; il quale, per giugner tosto, s'era affrettato di cavalcare e era, avanti che costor quivi venissero, cavalcato già delle miglia piú di tre, per che istanchetto, avendo non ostante il caldo la
Ciutazza
in braccio, si riposava.
[033]
Entrato adunque con lume in mano il giovane nella camera, e il vescovo appresso e poi tutti gli altri, gli fu mostrato il proposto con la
Ciutazza
in braccio.
[034]
In questo destatosi messer lo proposto e veduto il lume e questa gente da tornosi, vergognandosi forte e temendo, mise il capo sotto i panni; al quale il vescovo disse una gran villania e fecegli trarre il capo fuori e vedere con cui giaciuto era.
[035]
Il proposto, conosciuto lo 'nganno della
donna
, sí per quello e sí per lo vituperio che aver gli parea, subito divenne il piú doloroso uomo che fosse mai; e per comandamento del vescovo rivestitosi, a patir gran penitenza del peccato commesso con buona guardia ne fu mandato alla casa. Volle il vescovo appresso sapere come questo fosse avvenuto, che egli quivi con la
Ciutazza
fosse a giacere andato.
[036]
I giovani gli dissero ordinatamente ogni cosa; il che il vescovo udito, commendò molto la donna e i giovani altressí, che, senza volersi del sangue de' preti imbrattar le mani, lui sí come egli era degno avean trattato.
[037]
Questo peccato gli fece il vescovo piagnere quaranta dí ma amore e isdegno gliele fecero piagnere piú di quarantanove; senza che, poi ad un gran tempo, egli non poteva mai andar per via che egli non fosse da'
fanciulli
mostrato a dito, li quali dicevano:
Vedi colui che giacque con la
Ciutazza
; il che gli era sí gran noia, che egli ne fu quasi in su lo 'mpazzare. E in cosí fatta guisa la valente
donna
si tolse da dosso la noia dello impronto proposto, e la
Ciutazza
guadagnò la camiscia.