Novella Sesta
Novella Sesta
[Voice: panfilo]
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L'
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Quella novella, che
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Il sogno nella precedente novella raccontato mi dà materia di dovervene raccontare una nella quale di due si fa menzione, li quali di cosa che a venire era, come quello di cosa intervenuta, furono, e appena furon finiti di dire da coloro che veduti gli aveano, che l'effetto seguí d'amenduni.
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E però, amorose donne, voi dovete sapere che general passione è di ciascuno che vive il veder varie cose nel sonno, le quali, quantunque a colui che dorme, dormendo, tutte paian verissime, e desto lui, alcune vere, alcune verisimili, e parte fuori d'ogni verità iudichi, nondimeno molte esserne avvenute si truovano.
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Per la qual cosa molti a ciascun sogno tanta fede prestano quanta presterieno a quelle cose le quali vegghiando vedessero; e per li lor sogni stessi s'attristano e s'allegrano secondo che per quegli o temono o sperano. E in contrario son di quegli che niuno ne credono se non poi che nel premostrato pericolo si veggono. De' quali né l'uno né l'altro commendo, per ciò che né sempre son veri né ogni volta falsi.
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Che essi non sien tutti veri, assai volte può ciascun di noi aver conosciuto; e che essi tutti non sien falsi, già di sopra nella novella di
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Nella città di
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E cosí furtivamente gli lor congiugnimenti continuando, avvenne che alla giovane una notte dormendo parve in sogno vedere sé essere nel suo giardino con
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Se io fossi voluto andar dietro a' sogni, io non ci sarei venuto, non tanto per lo tuo quanto per uno che io altressí questa notte passata ne feci, il qual fu, che a me pareva essere in una bella e dilettevol selva e in quella andar cacciando e aver presa una cavriuola tanto bella e tanto piacevole quanto alcuna altra se ne vedesse giammai; e pareami che ella fosse piú che la neve bianca, e in brieve spazio divenisse sí mia dimestica, che punto da me non si partiva.
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Tuttavia a me pareva averla sí cara che, acciò che da me non si partisse, le mi pareva nella gola aver messo un collar d'oro, e quella con una catena d'oro tener colle mani.
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E appresso questo mi pareva che, riposandosi questa cavriuola una volta e tenendomi il capo in seno, uscisse non so di che parte una veltra nera come carbone, affamata e spaventevole molto nella apparenza, e verso me se ne venisse; alla quale niuna resistenza mi parea fare; per che egli mi pareva che ella mi mettesse il muso in seno nel sinistro lato, e quello tanto rodesse che al cuor perveniva, il quale pareva che ella mi strappasse per portarsel via.
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Di che io sentiva sí fatto dolore che il mio sonno si ruppe, e desto colla mano subitamente corsi a cercarmi il lato se niente v'avessi; ma mal non trovandomi, mi feci beffe di me stesso che cercato v'avea. Ma che vuol questo per ciò dire? De' cosí fatti e de' piú spaventevoli assai n'ho già veduti, né per ciò cosa del mondo piú né meno me n'è intervenuto; e per ciò lasciagli andare e pensiamo di darci buon tempo
.
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La giovane, per lo suo sogno assai spaventata, udendo questo divenne troppo piú; ma, per non esser cagione d'alcuno sconforto a
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E in tal maniera dimorando,
Ohimè, anima mia, aiutami, ché io muoio
, e cosí detto, ricadde in terra sopra l'erba del pratello.
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Il che veggendo la giovane e lui caduto ritirandosi in grembio, quasi piagnendo disse:
O signor mio dolce, o che ti senti tu?
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Quanto questo fosse grave e noioso alla giovane, che piú che sé l'amava, ciascuna sel dee poter pensare. Ella il pianse assai e assai volte in vano il chiamò; ma poi che pur s'accorse lui del tutto esser morto, avendolo per ogni parte del corpo cercato e in ciascuna trovandol freddo, non sappiendo che far né che dirsi, cosí lagrimosa come era e piena d'angoscia andò la sua
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E poi che miseramente insieme alquanto ebber pianto sopra il morto viso di
Poi che Iddio m'ha tolto costui, io non intendo di piú stare in vita; ma prima che io ad uccider mi venga, vorre' io che noi prendessimo modo convenevole a servare il mio onore e il segreto amor tra noi stato, e che il corpo, del quale la graziosa anima s'è partita, fosse sepellito
.
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A cui la
Figliuola mia, non dir di volerti uccidere, per ciò che, se tu l'hai qui perduto, uccidendoti, anche nell'altro mondo il perderesti, per ciò che tu n'andresti in
.
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La giovane, quantunque piena fosse d'amaritudine e continuamente piagnesse, pure ascoltava i consigli della sua
Già Dio non voglia che cosí caro giovane e cotanto da me amato e mio marito, io sofferi che a guisa d'un cane sia sepellito o nella strada in terra lasciato. Egli ha avute le mie lagrime, e in quanto io potrò egli avrà quelle de' suoi parenti; e già per l'animo mi va quello che noi abbiamo in ciò a fare
.
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E prestamente per una pezza di drappo di seta, la quale aveva in un suo forziere, la mandò; e venuta quella, in terra distesala, su il corpo di
Di qui alla porta della sua casa ha poca via; e per ciò tu e io, cosí come acconcio l'abbiamo, quivi il porteremo e dinanzi ad essa il porremo. Egli non andrà guari di tempo che giorno fia, e sarà ricolto; e come che questo a' suoi niuna consolazion sia, pure a me, nelle cui braccia egli è morto, sarà un piacere
.
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E cosí detto, da capo con abbondantissime lagrime sopra il viso gli si gittò e per lungo spazio pianse. La qual, molto dalla
Caro mio signore, se la tua anima ora le mie lagrime vede, e niun conoscimento o sentimento dopo la partita di quella rimane a' corpi, ricevi benignamente l'ultimo dono di colei la qual tu vivendo cotanto amasti
; e questo detto, tramortita addosso gli ricadde.
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E dopo alquanto risentita e levatasi, colla
Io conosco chi voi siete e so che il volermi fuggire niente monterebbe; io son presta di venir con voi davanti alla signoria e che ciò sia di raccontarle; ma niuno di voi sia ardito di toccarmi, se io obbediente vi sono, né da questo corpo alcuna cosa rimuovere, se da me non vuole essere accusato
. Per che, senza essere da alcun tocca, con tutto il corpo di
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La qual cosa il
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Ma, venuto il dí chiaro e queste cose essendo a messer
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In questo tempo che costoro cosí parlavano, l'
Padre mio, io non credo che bisogni che io la istoria del mio ardire e della mia sciagura vi racconti, ché son certa che udita l'avete e sapetela; e per ciò, quanto piú posso, umilmente perdono vi domando del fallo mio, cioè d'avere senza vostra saputa chi piú mi piacque marito preso.
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E questo perdono non vi domando perché la vita mi sia perdonata, ma per morire vostra figliuola e non vostra nimica
; e cosí piagnendo gli cadde a' piedi.
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Messer
Figliuola mia, io avrei avuto molto caro che tu avessi avuto tal marito quale a te secondo il parer mio si convenia; e se tu l'avevi tal preso quale egli ti piacea, questo doveva anche a me piacere; ma l'averlo occultato della tua poca fidanza mi fa dolere, e piú ancora vedendotel prima aver perduto che io l'abbia saputo.
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Ma pur, poi che cosí è, quello che io per contentarti, vivendo egli, volentieri gli avrei fatto, cioè onore sí come a mio genero, facciaglisi alla morte
; e volto a' figliuoli e a' suo' parenti, comandò loro che le esequie s'apparecchiassero a
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Eranvi in questo mezzo concorsi i parenti e le parenti del giovane, che saputa avevano la novella, e quasi donne e uomini quanti nella città n'erano. Per che, posto nel mezzo della corte il corpo sopra il drappo della