Novella Terza
Novella Terza
[Voice: filomena]
[001]
Sotto spezie di confessione e di purissima conscienza una
[002]
Taceva già
[003]
Io intendo di raccontarvi una beffa che fu da dovero fatta da una
[005]
Nella
[006]
Costei adunque, d'alto legnaggio veggendosi nata e maritata ad uno artefice lanaiuolo, per ciò che ricchissimo era, non potendo lo sdegno dell'animo porre in terra, per lo quale estimava niuno uomo di bassa condizione, quantunque ricchissimo fosse, esser di gentil donna degno; e veggendo lui ancora con tutte le sue ricchezze da niuna altra cosa essere piú avanti che da saper divisare un mescolato o fare ordire una tela o con una filatrice disputare del filato, propose di non volere de' suoi abbracciamenti in alcuna maniera se non in quanto negare non gli potesse, ma di volere a sodisfazione di sé medesima trovare alcuno, il quale piú di ciò che il lanaiuolo le paresse che fosse degno.
[007]
E innamorossi d'uno assai valoroso uomo e di mezza età, tanto che, qual dí nol vedea, non potea la seguente notte senza noia passare; ma il
[008] E essendosi accorta che costui usava molto con un religioso, il quale, quantunque fosse tondo e grosso uomo, nondimeno, per ciò che di santissima vita era, quasi da tutti avea di valentissimo frate fama, estimò costui dovere essere ottimo mezzano tra lei e 'l suo amante. E avendo seco pensato che modo tener dovesse, se n'andò a convenevole ora alla chiesa dove egli dimorava, e fattosel chiamare, disse, quando gli piacesse, da lui si volea confessare.
[009]
Il
Padre mio, a me convien ricorrere a voi per aiuto e per consiglio di ciò che voi udirete.
[010]
Io so, come colei che detto ve l'ho, che voi conoscete i miei parenti e 'l mio marito, dal quale io sono piú che la vita sua amata, né alcuna cosa disidero che da lui, sí come da ricchissimo uomo e che 'l può ben fare, io non l'abbia incontanente; per le quali cose io piú che me stessa l'amo: e lasciamo stare che io facessi, ma se io pur pensassi cosa niuna che contro al suo onore e piacer fosse, niuna rea femina fu mai del fuoco degna come sare' io.
[011]
Ora uno (del quale nel vero io non so il nome, ma persona da bene mi pare, e, se io non ne sono ingannata, usa molto con voi) bello e grande della persona, vestito di panni bruni assai onesti, forse non avvisandosi che io cosí fatta intenzione abbia come io ho, pare che m'abbia posto l'assedio, né posso farmi né a uscio né a finestra, né uscir di casa, che egli incontanente non mi si pari innanzi, e maravigliomi io come egli non è ora qui: di che io mi dolgo forte, per ciò che questi cosí fatti modi fanno sovente senza colpa alle oneste donne acquistar biasimo.
[012]
Hommi posto in cuore di fargliele alcuna volta dire a' miei fratelli; ma poscia m'ho pensato che gli uomini fanno alcuna volta l'ambasciate per modo che le risposte seguitan cattive, di che nascon parole e dalle parole si perviene a' fatti; per che, acciò che male e scandalo non ne nascesse, me ne son taciuta, e diliberami di dirlo piú tosto a voi che ad altrui, sí perché pare che suo amico siate, sí ancora perché a voi sta bene di cosí fatte cose, non che gli amici, ma gli strani ripigliare.
[013]
Per che io vi priego per solo Idio che voi di ciò il dobbiate riprendere e pregare che piú questi modi non tenga. Egli ci sono dell'altre donne assai le quali per avventura son disposte a queste cose, e piacerà loro d'esser guatate e vagheggiate da lui, là dove a me è gravissima noia, sí come a colei che in niuno atto ho l'animo disposto a tal materia.
E detto questo, quasi lagrimar volesse, bassò la testa.
[014]
Il santo
[015]
A cui la
Io ve ne priego per Dio; e s'egli questo negasse, sicuramente gli dite che io sia stata quella che questo v'abbia detto e siamevene doluta.
[016] E quinci, fatta la confessione e presa la penitenza, ricordandosi de' conforti datile dal frate dell'opera della limosina, empiutagli nascosamente la man di denari, il pregò che messe dicesse per l'anima dei morti suoi; e dai piè di lui levatasi, a casa se ne tornò.
[017]
Al santo
Or non far vista di maravigliarti, né perder parole in negarlo, per ciò che tu non puoi; io non ho queste cose sapute da' vicini: ella medesima, forte di te dolendosi, me l'ha dette.
[019]
E quantunque a te queste ciance omai non ti stean bene, ti dico io di lei cotanto, che, se mai io ne trovai alcuna di queste sciocchezze schifa, ella è dessa; e per ciò, per onor di te e per consolazione di lei, ti priego te ne rimanghi e lascila stare in pace.
[020]
Il
[022]
Ma la
[023]
La
Padre mio, le novelle che io ho non sono altre che di quel maledetto da Dio vostro amico, di cui io mi vi ramaricai l'altr'ieri, per ciò che io credo che egli sia nato per mio grandissimo stimolo e per farmi far cosa, che io non sarò mai lieta né mai ardirò poi di piú pormivi a' piedi.
[024]
Come!
disse il
non s'è egli rimaso di darti piú noia?
[025]
Certo no,
disse la
anzi, poi che io mi vene dolfi, quasi come per un dispetto, avendo forse avuto per male che io mi ve ne sia doluta, per ogni volta che passar vi solea, credo che poscia vi sia passato sette.
[026]
E or volesse Idio che il passarvi e il guatarmi gli fosse bastato, ma egli è stato sí ardito e sí sfacciato, che pure ieri mi mandò una femina in casa con sue novelle e con sue frasche, e quasi come se io non avessi delle borse e delle cintole, mi mandò una borsa e una cintola: il che io ho avuta e ho sí forte per male, che io credo, se io non avessi guardato al peccato, e poscia per vostro amore, io avrei fatto il diavolo; ma pure mi son rattemperata, né ho voluto fare né dire cosa alcuna che io non vel faccia prima assapere.
[027]
E oltre a questo, avendo io già renduta indietro la borsa e la cintola alla feminetta che recata l'avea, che gliele riportasse, e brutto commiato datole, temendo che essa per sé non la tenesse e a lui; dicesse che io l'avessi ricevuta, sí com'io intendo che elle fanno alcuna volta, la richiamai indietro e piena di stizza gliele tolsi di mano e holla recata a voi, acciò che voi gliele rendiate e gli diciate che io non ho bisogno di sue cose per ciò che, la mercé di Dio e del marito mio io ho tante borse e tante cintole che io ve l'afogherei entro.
[028]
E appresso questo, sí come a padre mi vi scuso che, se egli di questo non si rimane, io il dirò al marito mio e a' fratei miei, e avvegnane che può; ché io ho molto piú caro che egli riceva villania, se ricevere ne la dee, che io abbia biasimo per lui: frate,
[029]
E detto questo, tuttavia piagnendo forte, si trasse di sotto alla guarnacca una bellissima e ricca borsa con una leggiadra e cara cinturetta, e gittolle in grembo al
Figliuola, se tu di queste cose ti crucci, io non me ne maraviglio né te ne so ripigliare; ma lodo molto che tu in questo seguiti il mio consiglio.
[030]
Io il ripresi l'altr'ieri, ed egli m'ha male attenuto quello che egli mi promise: per che, tra per quello e per questo che nuovamente fatto ha, io gli credo per sí fatta maniera riscaldare gli orecchi; che egli piú briga non ti darà; e tu colla benedizion d'Iddio non ti lasciassi vincer tanto all'ira, che tu ad alcuno dei tuoi il dicessi, ché gli ne potrebbe troppo di mal seguire. Né dubitar che mai di questo biasimo ti segua, ché io sarò sempre e dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini fermissimo testimonio della tua onestà.
[031]
La
Messere, a queste notti mi sono appariti piú miei parenti, e parmi che egli sieno in grandissime pene, e non domandino altro che limosine, e spezialmente la mamma mia, la quale mi pare sí afflitta e cattivella, che è una pietà a vedere.
[032]
Credo che ella porti grandissime pene di vedermi in questa tribulazione di questo nemico d'Iddio, e per ciò vorrei che voi mi diceste per l'anime loro le quaranta messe di san Grigorio e delle vostre orazioni, acciò che Idio gli tragga di quel fuoco pennace;
e cosí detto, gli pose in mano un fiorino.
[033]
Il santo
[035]
Ma il
Come il puoi tu negare, malvagio uomo? Eccole, ché ella medesima piagnendo me l'ha recate; vedi se tu le conosci!
[036]
Il
Mai sí che io le conosco, e confessovi che io feci male, e giurovi che, poi che io cosí la veggio disposta, che mai di questo voi non sentirete piú parola.
[037]
Ora le parole fur molte; alla fine il
[039]
E come egli fu la mattina montato a cavallo e andato via, cosí la
Padre mio, or vi dico io bene che io non posso piú sofferire; ma per ciò che l'altr'ieri io vi promisi di niuna cosa farne che io prima nol vi dicessi, son venuta ad iscusarmivi, e acciò che voi crediate che io abbia ragione e di piagnere e di ramaricarmi, io vi voglio dire ciò che 'l vostro amico, anzi diavolo del Ninferno, mi fece stamane poco innanzi mattutino.
[040]
Io non so qual mala ventura gli facesse assapere che il marito mio andasse ier mattina a
[042]
Il
[043]
A cui la
Lodato sia Idio, se io non conosco ancor lui da un altro! Io vi dico che fu egli, e perché egli il negasse non gliele credete
.
[044]
Disse allora il
Figliuola, qui non ha altro da dire se non che questo è stato troppo grande ardire e troppo mal fatta cosa, e tu facesti quello che far dovevi di mandarnelo come facesti.
[045]
Ma io ti voglio pregare, poscia che Idio ti guardò di vergogna, che, come due volte seguito hai il mio consiglio, cosí ancora questa volta facci, cioè che senza dolertene a alcun tuo parente lasci fare a me, a veder se io posso raffrenare questo diavolo scatenato, che io credeva che fosse un santo: e se io posso tanto fare che io il tolga da questa bestialità, bene sta; e se io non potrò, infino a ora con la mia benedizione ti do la parola che tu ne facci quello che l'animo ti giudica che ben sia fatto
.
[046]
Ora ecco
disse la
per questa volta io non vi voglio turbare né disubidire; ma sí adoperate che egli si guardi di piú noiarmi, ché io vi prometto di non tornar piú per questa cagione a voi;
e senza piú dire, quasi turbata, dal frate si partí.
[047]
Né era appena ancor fuor della chiesa la
Perché questo cruccio, messere? Ho io crocifisso Cristo?
[048]
A cui il
Vedi svergognato! odi ciò ch'e' dice! Egli parla né piú né meno come se uno anno o due fosser passati e per la lunghezza del tempo avesse le sue tristizie e disonestà dimenticate. Ètti egli da stamane a matutino in qua uscito di mente l'avere altrui ingiuriato? ove fostú stamane poco avanti al giorno?
[049]
Rispose il
Non so io ove io mi fui; molto tosto ve n'è giunto il messo.
[050]
Egli è il vero
disse il
che il messo me n'è giunto; io m'avviso che tu ti credesti, per ciò che il marito non c'era, che la gentil
[053]
Il
Gran mercé a messer lo frate, che cosí bene t'insegnò la via da venirci.
E appresso, prendendo l'un dell'altro piacere, ragionando e ridendo molto della simplicità del frate bestia, biasimando i lucignoli e' pettini e gli scardassi, insieme con gran diletto si sollazzarono.
[055]
E dato ordine a' lor fatti, sí fecero, che senza aver piú a tornare a messer lo frate, molte altre notti con pari letizia insieme si ritrovarono: